All’interno di questo articolo ti proponiamo alcuni consigli e e suggerimenti per una corretta potatura dell’ulivo: indispensabile per ottenere una buona produttività della pianta, per perservarne la salute e mantenere l’impianto funzionale alla raccolta.
Se infatti non si intervenisse periodicamente alla potatura degli ulivi si avrebbe una crescita incontrollata della chioma con conseguente non-ottimizzazione degli spazi e una difficoltà nella raccolta, sia meccanizzata che manuale. Inoltre, l’assenza della potatura renderebbe ancora più evidente un fenomeno naturale a cui è soggetta la “olea europea“, ovvero l’alternanza produttiva. Nelle piante è infatti necessario equilibrare l’accrescimento vegetativo con la fruttificazione. Quando la pianta raggiunge il massimo carico di frutti, ma si ha una ridotta formazione e sviluppo dei germogli, si pregiudica la produzione dell’anno successivo. Bisogna dunque potare per equilibrare aspetto vegetativo e produttivo.
In Italia abbiamo una grande varietà di piante di ulivo, a seconda delle zone in cui ci si trova, e un’altrettanto ampia gamma di approcci alla gestione della potatura. Ogni uliveto richiede dunque cure particolari. Esistono però dei principi cardine che valgono in ogni regione d’Italia e che tuttavia vengono spesso sottovalutati o ignorati.
La potatura dell’ulivo deve essere eseguita quando la pianta è in riposo vegetativo, quindi sul finire dell’inverno. Succhioni e polloni possono essere eliminati anche d’estate. Da evitare una potatura precoce (novembre-febbraio), perché potrebbe indurre un risveglio anticipato della pianta, e una potatura tardiva, perché deprime il potenziale produttivo dell’ulivo.
Come per tutti gli alberi da frutto i tagli non devono mai essere rasi ma vanno lasciati sempre un paio di centimetri dal colletto. Si rischierebbe, infatti, non solo di compromettere il naturale flusso dei vasi linfatici, ma anche di aprire una via d’accesso a funghi e batteri al cuore del ramo. E’ importante, dunque, rispettare il cono di disseccamento permette alla pianta di cicatrizzare la ferita e disseccare il moncone difendendosi dai patogeni.
E’ sempre bene proteggere le ferite con del mastice e sanificare la lama di taglio con prodotti a base di rame quando si potano piante visibilmente malate (i tumori sono facilmente individuabili). Inoltre bisogna asportare i rami potati lontano dall’impianto e bruciarli.
È bene dunque che tutta la chioma sia illuminata e che i raggi del sole possano penetrare all’interno. Se la luce che interessa una branca è sotto il 30% rispetto a quella che colpisce la chioma non si ha formazione di fiori e quindi di frutti. E a lungo andare la branca tende a devitalizzarsi.
Titolo. Quando ci si approccia ad una pianta bisogna prima procedere alla potatura delle branche giudicate non più necessarie e solo successivamente eseguire tagli di rifinitura o di sfoltimento interni alla chioma. Eseguendo primariamente i tagli grossi si ha immediatamente la visuale della forma che sta assumendo la vegetazione e si può dunque intervenire in maniera più coerente.
Gli olivi non vanno mai cimati completamente. La parte superiore della pianta, chiamata anche freccia, esercita una funzione di controllo sulla formazione e inclinazione dei rami, utile ad un corretto equilibrio fisiologico-produttivo.
È bene ricordare che la potatura non deve quindi rispondere ad una esigenza estetica, di simmetria della chioma, ma funzionale alla produzione e alla vegetazione. La cima deve essere potata per ridurre la quantità di vegetazione a favore di una crescita nella parte centrale e una maggiore areazione e illuminazione.
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