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Trattamenti fitosanitari e endoterapia

La malattia dei Pini è un cocciniglia  è un buon rimedio è proprio l’Endoterapia

La cocciniglia dei Pini (Toumeyella parvicornis) è un parassita tipico delle conifere, spesso difficile da notare in quanto gli esemplari di piccole dimensioni tendono ad annidarsi al di sotto degli aghi, o nel punto in cui sono attaccati ai rami, e quindi sono quasi invisibili; le infestazioni si notano solo quando sono ampie e quando portano a dei sintomi sulle piante.

Le cocciniglie sono dei rincoti, come gli afidi; questi insetti perforano la lamina fogliare o dei fusti giovani e si nutrono della linfa in essi contenuta, ricca di zuccheri. I parassiti denominati volgarmente come cocciniglia sono molti, alcune decine, di dimensioni varie, dai pochi millimetri, al mezzo centimetro o più. In genere colonizzano in gran numero le parti giovani delle piante, i germogli e le foglie; esistono anche specie che infestano le radici, causando grave danno alle piante. Gli esemplari di sesso maschile sono provvisti di ali, mentre le femmine ne sono prive, talvolta dopo aver deposto le uova perdono anche le zampe, divenendo in pratica contenitori di protezione per la nuova generazione.

Le cocciniglie si diffondono al meglio nelle fessure, negli anfratti e nei luoghi della chioma poco esposti alla luce, prediligono le piante che ricevono regolarmente concimi ad alto tenore di azoto, in luoghi con scarsa umidità e con scarsa ventilazione. Anche questi rincoti spesso vengono spostati sulle piante dalle formiche, che si nutrono di melata, talvolta la presenza di formiche sulle nostre piante può essere un campanello di allarme, che ci svela la presenza di parassiti in zone a noi non visibili.

INTERVENTI

Per un risultato ottimale è consigliabile trattare le piante con anticoccidici all’inizio della primavera oppure in autunno-inverno, in modo da riuscire a distruggere la gran parte delle uova, evitando di danneggiare gli insetti utili, poco presenti in questi periodi dell’anno.

Le cocciniglie radicali di solito si debellano utilizzando insetticidi da contatto, evitando l’olio bianco, che potrebbe danneggiare le radici stesse.

La lotta biologica alla cocciniglia si pratica utilizzando popolazioni di Cryptolaemus montrouzieri, un coccinellide che si nutre di cocciniglie; alcune piccole vespe perforano gli scudetti per deporvi le uova, le larve si nutriranno delle piccole cocciniglie.

Infestazioni massicce di cocciniglia possono produrre abbondante melata, che favorisce lo sviluppo di fumaggini.

Gli stadi di sviluppo principali della cocciniglia sono tre:

– L’uovo

– Larva femmina mobile (con tre o quattro stadi larvali). Le larve assomigliano molto agli individui adulti,ma più piccoli; larva maschio (che passa attraverso cinque stadi).

– Adulto. Le femmine, di solito fissate al vegetale ed immobili, depongono moltississime piccole uova sotto o dietro di loro, circondate da cera bianca.

Il numero delle generazioni è molto variabile e dipende strettamente dalla specie e dal clima.

Gli individui che si spostano per la fecondazione sono i maschi, mentre le femmine, allo stadio adulto, sono fissate ai vegetali.

La mobilità e la diffusione avviene allo stadio larvale. Possono spostarsi autonomamente o farsi trasportare dal vento o da altri insetti, ad esempio le formiche

Molti antiparassitari presentano caratteristiche tali che gli consentono di attraversare la barriera (epidermide) che protegge i tessuti interni delle foglie e dei giovani rami. Inoltre, una volta penetrati all’interno dei tessuti hanno la capacità di muoversi da una pagina all’altra delle foglie (translaminari) o addirittura di essere traslocati all’interno della pianta (sistemici).

Ora sappiamo che i fitofarmaci nebulizzati vengono assorbiti solo dalle foglie, quindi irrorare un grande albero ornamentale è una vera sfida, superabile magari con l’ausilio di una piattaforma aerea.

La maggior parte della soluzione non arriva mai sul bersaglio (la chioma). Più del 40% si perde nell’ambiente a causa del vento (cosiddetto effetto deriva) o per sgocciolamento al suolo.

Praticamente tutti i prodotti di sintesi presentano controindicazioni di carattere ambientale. Molti sono tossici per gli insetti utili come le api

La pratica endoterapica  consiste invece  nella somministrazione delle soluzioni contenenti i prodotti che vogliamo utilizzare tramite iniezioni direttamente nel tronco degli alberi. E’ significativo come in inglese “endoterapia” sia tradotta con “trunk injection” ovvero iniezione al tronco.

Esistono diverse metodologie per l’esecuzione del trattamento endoterapico, ma sono tutte accomunate dallo stesso fine: introdurre i fitofarmaci direttamente nel flusso della linfa ascendente (flusso xilematico).

La traslocazione del prodotto avviene grazie all’albero stesso, che, grazie ai vasi, lo “sposta” dal foro nel tronco fino alla chioma, dove può esplicare la propria azione.

L’endoterapia, quando ben eseguita, è una tecnica decisamente più sostenibile rispetto alla irrorazione. Non vi è dispersione nell’ambiente. Si annullano in partenza i danni potenziali per gli esseri umani, gli insetti utili e gli altri animali.